Lavoro, boom dei voucher nel 2015 crescita del 63,5%

Diffusione in aumento non solo in agricoltura, ma anche nel turismo e commercio Coinvolti 100 mila addetti. Ma la Cgil lancia l’allarme: «È precariato senza tutele»

Crescita esponenziale per i voucher in Veneto, dove nei primi quattro mesi dell’anno superano quota quattro milioni, il 63,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Una corsa che vedrà un’ulteriore impennata, perché l’arrivo della bella stagione favorisce da sempre l’utilizzo di questa forma di lavoro. Ma la Cgil lancia l’allarme: secondo il sindacato sono ormai più di 100 mila gli occupati veneti con questa modalità, in assoluto la più precaria. E se fino a qualche anno fa il voucher era appannaggio quasi esclusivamente del settore agricoltura, ora a far registrare cifre da capogiro sono turismo e commercio.

Da gennaio a aprile in Veneto sono stati erogati 4 milioni 352.233 voucher, con il record che spetta alla provincia di Verona con 909.089. Seguono Treviso (813.069), Padova (782.728), Vicenza (744.277),Venezia (720.420), Rovigo (230.378) e Belluno (152.272). I “buoni” vengono comprati quasi sempre in tabaccheria, sono validi per un’ora lavorativa, esigibili in qualsiasi momento a fronte di un’ispezione (o in caso di infortunio del lavoratore), fa notare la Cgil, per dimostrare che si è sempre a posto, anche se il rapporto di lavoro dura da mesi e avviene in nero.
Il rischio denunciato dal sindacato è quello che il voucher diventi una tipologia di impiego strutturale, rischio che sarebbe ulteriormente favorito se passasse l’orientamento espresso la settimana scorsa dalla Commissione del Senato che eleverebbe da 2 a 5 mila euro la soglia massima di utilizzo di voucher per azienda. «Il governo gongola per i dati del primo trimestre sulle assunzioni a tempo indeterminato – fa notare Fabrizio Maritan, responsabile del Dipartimento politiche del lavoro della Cgil Veneto – mentre dilaga nel silenzio più assordante della politica regionale e del Governo l’incremento del lavoro cosiddetto accessorio pagato con i voucher. Si tratta di una prestazione lavorativa ultra precaria con zero tutele, con un versamento contributivo minimo all’Inps nella gestione separata. Nel 2014 il totale dei buoni acquistati ha sfiorato i 10 milioni», rileva Maritan, «contro i quasi 6 milioni del 2103, con un incremento complessivo di oltre il 64%. Non sono disponibili i dati sul numero dei lavoratori utilizzati ma si può affermare che in linea di massima potrebbero essere coinvolti mediamente 100mila lavoratori per 3 settimane di lavoro».
I dati Inps evidenziano un calo del settore agricolo e un forte aumento del ricorso ai voucher da parte di settori come il commercio, il turismo e i servizi. Nel 2008 su 192.655 voucher, 192.540 sono stati usati in agricoltura. Nel 2013 di quasi sei milioni di voucher, in agricoltura ne sono stati usati “appena” 614.680. «L’assenza di vincoli nell’uso dei voucher», denuncia la Cgil, «ha portato a un utilizzo improprio di questo strumento che in molti casi va a sostituire i rapporti di lavoro ordinari, a termine e stagionale. Si tratta di un fenomeno che va fermato prima possibile perché sta producendo danni irreparabili a decine di migliaia di lavoratori, sotto l’aspetto contrattuale, previdenziale e assistenziale. Nondimeno,
come rilevato anche dagli ispettori del lavoro e dell’Inps, il lavoro con i voucher non essendo regolato come un normale rapporto di lavoro, si presta a un uso illecito, per esempio per nascondere una parte di lavoro in nero e conseguente evasione di imposte e contributi».

Fonte: http://mattinopadova.gelocal.it

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