Al vaglio della commissione lavori, dopo le richieste di Calderoli Ministro per la semplificazione legislativa, ulteriori modifiche sulla Legge 104/92 in ambito di parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
Già nota questa operazione promulgata nel 2006 dopo la Direttiva 2000/78/CE.
E’ una normativa modificata, con l’intento finale e risolutivo, premeditato già molteplici volte.

A partire dal 1992, data di entrata in vigore della legge citata, la direttiva CE del 2000 ha provocato un piccolo riadattamento tre anni dopo con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216.
Esito pro tempore riadattato nel 2006 con la Legge 1 marzo n°67.
Al centro dell’attenzione della normativa, principio di parità, oltre che fra uomo e donna, anche fra italiani e stranieri.
In una nota, dice Calderoli, “lo stato italiano deve adattarsi alle normative della Comunità Europea… [..] l’impegno preso dalla Commissione Lavori su questa normativa è quello, oltre di riadattarla al tenore di vita d’oggi ma sopratutto, di sottolineare la differenza tra italiani, comunitari ed extracomunitari”.
La normativa sarà modificata, appunto, al fine esclusivo di selezione sulla base della cittadinanza comunitaria o meno ma che comunque, risulti regolarizzata secondo le prassi e le normative del nostro Stato.
In un’agenzia di stampa pubblicata dall’Ansa lo stesso Ministro, comunica che entro settembre, la Commissione Lavori del Parlamento avrà ultimato la riedizione della legge citata non modificando gli ambiti della tutela giurisdizionale e della legittimazione ad agire.

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