Spending Review’ è un termine inglese che significa “revisione della spesa” e nella finanza italiana è stata introdotta da Padoa Schioppa, Ministro dell’Economia nel Governo Prodi. In pratica è l’analisi dei capitoli di spesa dei singoli dicasteri atta ad individuare dove il governo può “sforbiciare” per risparmiare.

L’approvazione. Si è conclusa a tarda notte la riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato la spending review, ovvero il decreto legge su “disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati”. Con gli interventi approvati il risparmio per lo Stato sarà di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. Losi legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del cdm. Una prima serie di interventi è stata deliberata con il Provvedimento della PCM e del MEF sullo snellimento delle strutture e la riduzione degli organici” (Comunicato stampa del 15 giugno 2012). Le nuove disposizioni di revisione della spesa pubblica mirano a tre obiettivi informa Palazzo Chigi in una nota. Il primo obiettivo è quello di iscrivere il funzionamento dell’apparato statale entro un quadro razionale di valutazione e programmazione. Secondo obiettivo è la riduzione della spesa non incide in alcun modo sulla quantità di servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni a favore dei cittadini ma mira a migliorarne la qualità e l’efficienza. Infine si punta all’eliminazione degli eccessi di spesa che “produrrà una serie di benefici concreti per i cittadini. Permetterà, anzitutto, di evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013”.

Grazie al risparmio ottenuto sarà inoltre possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge ‘Salva Italia’ ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011. Complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori salvaguardati è di 1,2 miliardi ( a partire dal 2014). Sono infine previsti stanziamenti per la ricostruzione delle zone danneggiate dal sisma. 500 milioni sono stati già stanziati con il decreto d’urgenza per le zone terremotate. La spending garantirà ulteriori risorse: 1 miliardo per il 2013 e 1 miliardo per il 2014. Sarà adottato un terzo provvedimento di spending review. Esso riguarderà le agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate, per incarico del Governo, dal Professor Giuliano Amato e dal Professor Francesco Giavazzi.

La riduzione degli eccessi di spesa delle pubbliche amministrazioni, per la parte relativa ai beni e servizi, è frutto dell’analisi svolta del Commissario straordinario per la spending review, Enrico Bondi. L’analisi ha permesso di individuare un benchmark di riferimento – o indicatore di valore mediano di spesa – in base al quale stimare l’eccesso di spesa in capo alle amministrazioni (lo Stato centrale, le Regioni, le Province, i Comuni e gli enti pubblici non territoriali). Per calcolare la mediana sono stati prese in considerazione 72 merceologie (prendendo spunto anche dalle lettere dei cittadini). Un valido supporto è giunto infine dagli oltre 135.000 messaggi di cittadini che hanno aderito alla consultazione pubblica sulla spending review, segnalando al Governo sprechi e inefficienze. Tra le iniziative segnalate più frequentemente come esempi di buone prassi spiccano “Cielobuio” (che propone una riduzione dei tempi e dei punti di illuminazione negli edifici pubblici), l’esternalizzazione del trasporto pubblico locale (già sperimentata con successo da alcune amministrazioni locali) e la riduzione del parco auto (con oltre il 20% della segnalazioni) ricorrendo a soluzioni alternative come il car sharing o il car pooling.

Adattamento istruzione pubblica:
Nessuna remunerazione per le ferie non godute. Anche per il personale precario

Altra questione riguardante lo Spending review riguarda la retribuzione delle ferie non godute. Le ferie devono essere fruite secondo quanto previsto nei rispettivi contratti e non danno luogo in nessun caso a trattamento economico sostitutivo.

Articolo 5 comma 8. Le ferie, i riposi ed i permessi spettanti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché le autorità indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), sono obbligatoriamente fruiti secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi. La presente disposizione si applica anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età. Eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto. La violazione della presente disposizione, oltre a comportare il recupero delle somme indebitamente erogate, è fonte di responsabilità disciplinare ed amministrativa per il dirigente responsabile.

La norma si applica anche al personale precario? Sembrerebbe di sì, che la norma si applichi anche al personale precario che abbia maturato le ferie secondo l’articolo 19, comma due del contratto collettivo nazionale.

Spending review e divieto di monetizzare le ferie non interessa il comparto scolastico.
Anche i bilanci e i revisori nella spending review.
Servizio di tesoreria unica, capitolone e revisori dei conti nella spending review.

L’articolo sette della Spending review riguarda l’istituzione di una tesoreria unica nella quale confluiranno le risorse depositate presso istituti bancari privati e sarà gestita dalla Banca d’Italia. Ciò dovrebbe condurre ad una maggiore disponibilità di cassa che se gira intorno al miliardo di euro e un risparmio per lo Stato di 8 milioni per il 1012 e 29 milioni nel momento in cui il sistema entrerà a regime. Una delle conseguenze però sarà che il budget che non potrà essere superato e che dovrà essere utilizzato secondo i tempi e le regole dettate a livello centrale. Una limitazione, secondo qualcuno, dell’autonomia scolastica.

Altra questione riguarda il cosiddetto “capitolone”. cioè i fondi previsti dalla legge 440/ 97, i fondi per l’autonomia scolastica, e i fondi provenienti dal piano programmatico della legge finanziaria 2007 compiranno nel cosiddetto “capitolone”.

Anche restauri dei conti nel mirino dei tagli. Infatti l’articolo sei riguarda una riduzione degli ambiti territoriali (non più di 2000) e un aumento quattro del numero di istruzioni affidate ai revisori dei conti. Il revisore inoltre potranno essere affidate ad altri compiti indicati dal MIUR e dal MEF

Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie.

A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line attraverso un apposito applicativo che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca mette a disposizione delle scuole e delle famiglie.

A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico.

La pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale. Resta comunque fermo il diritto dell’interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico.

A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.

All’attuazione delle disposizioni del presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Cosa prevede il piano del MIUR?

Controlli alle scuole per le supplenze brevi

Il MIUR dovrà controllare le istituzioni scolastiche che sottoscrivono troppe supplenze brevi

“il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca provvede al monitoraggio dei contratti per i supplenti brevi stipulati dai dirigenti scolastici ed effettua controlli nei confronti delle istituzioni che sottoscrivano contratti in misura anormalmente alta in riferimento al numero di posti d’organico dell’istituzione scolastica. “

Delega a docenti non costituisce mansione superiore, lo dice la spending review

Una novità per quanto riguarda i collaboratori relativamente alla retribuzione contenuta nella spending review

Il comma 5 dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si interpreta nel senso che la delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie, anche nel caso in cui detti docenti godano dell’esonero o semiesonero ai sensi dell’articolo 459 del decreto legislativo n. 297 del 1994. Il docente delegato può essere retribuito esclusivamente a carico dei fondi disponibili per la remunerazione accessoria presso la specifica istituzione scolastica od educativa ai sensi dell’articolo 88, comma 2, lettera f), del ccnl relativo al personale scolastico.

Ciò comporterà un aggravio di spesa per le scuole, che dovranno trovare i fondi dal FIS.

Mensa scolastica

L’art. 7 comma 41 trasferisce ai Comuni i contributi statali per le spese di fruizine gratuite della mensa scolastica da aprte dei docentic he assistono i bambini.

Docenti sprannumerari ed inidonei, l’articolato della spending review

I docenti inidonei dovranno transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con qualifica di assistente amministrativo e tecnico. Gli insegnanti tecnico pratici transitati dagli enti locali allo Stato transiteranno nei ruoli del personale non docente con qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico. Viene inoltre normata la situazione del personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero.

Il personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del direttore generale dei competenti uffici scolastico regionale competente transita nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico. Il personale viene immesso in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia a richiesta dell’interessato, e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante — 54 — 6-7-2012 Supplemento ordinario n. 141/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 156 assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Il personale docente dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione è utilizzato, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico, prioritariamente nella stessa scuola o comunque nella provincia di appartenenza.

Il personale docente attualmente titolare della classi di concorso C999 e C555, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del direttore generale del competente ufficio scolastico regionale transita nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente
amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico in base al titolo di studio posseduto. Il personale viene immesso in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente, e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.

Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il ministro per la funzione pubblica e con il Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro 20 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono stabiliti i criteri e le procedure per l’attuazione dei commi 13 e 14. Al fine di garantire l’effettivo conseguimento delle economie, ai sensi dell’articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministero dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni introdotte dai predetti commi 13 e 14. Nel caso in cui si verifichino, o siano in procinto di verificarsi, scostamenti rispetto alle previsioni, fatta salva l’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 11, comma 3, lettera l), della citata legge n. 196 del 2009, il Ministro dell’economia e delle finanze provvede, a decorrere dall’anno 2013, con proprio decreto,alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria, del fondo di cui all’articolo 64, comma 9, del Decreto-legge 112 del 2008.

Al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell’anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base dei seguenti criteri:

a) posti rimasti disponibili in altri gradi d’istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all’insegnamento, purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l’accesso all’insegnamento nello specifico grado d’istruzione o per ciascuna classe di concorso;

b) posti di sostegno disponibili all’inizio dell’anno scolastico, nei casi in cui il dipendente disponga del previsto titolo di specializzazione oppure qualora abbia frequentato un apposito corso di formazione;

c) frazioni di posto disponibili presso gli istituti scolastici, assegnate prioritariamente dai rispettivi dirigenti scolastici al personale in esubero nella medesima provincia e classe di concorso o che si trovi in situazioni in cui si applichino le lettere a) e b), purché detto personale non trovi diversa utilizzazione ai sensi delle medesime lettere;

d) posti che dovessero rendersi disponibili durante l’anno scolastico, prioritariamente assegnati al personale della medesima provincia in esubero nella relativa classe di concorso o che si trovi in situazioni in cui si applichino le lettere a) e b), anche nel caso in cui sia stata già disposta la messa a disposizione di detto personale e purché non sia già diversamente utilizzato ai sensi delle precedenti lettere;

e) il personale in esubero che non trovi utilizzazione ai sensi delle precedenti lettere è utilizzato a disposizione per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie che dovessero rendersi disponibili nella medesima provincia nella medesima classe di concorso ovvero per posti a cui possano applicarsi le lettere a) e b) anche nel caso ne sia stata già disposta la messa a disposizione;

Le assegnazioni di cui alle lettere c), d) ed e) sono effettuate dai dirigenti scolastici sulla base del piano di utilizzo predisposto dagli uffici scolastici regionali ai sensi del comma 20.

Per la durata dell’utilizzazione il dipendente assegnato ad un posto ai sensi del comma precedente percepisce lo stipendio proprio dell’ordine di scuola in cui è impegnato, qualora superiore a quello già in godimento. Nei casi di cui alla lettera e), la differenza è erogata dal ’istituto scolastico in cui è prestato il servizio, a valere sulla dotazione finanziaria a tal fine assegnata all’istituto stesso. Negli altri casi, la differenza a favore del dipendente è erogata a mezzo dei ruoli di spesa fissa.

Gli uffici scolastici regionali predispongono e periodicamente aggiornano un piano di disponibilità ed utilizzo del personale in esubero, che provvedono a portare a conoscenza delle istituzioni scolastiche interessate, anche al fine di consentire le operazioni di competenza dei dirigenti scolastici.
I risparmi conseguenti all’applicazione dei commi da 17 a 20 concorrono al raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

Docenti inidonei: quanto risparmierà lo Stato e quanti posti saranno tagliati ai supplenti?

Servizi di tesoreria per le scuole e fondo per il loro finanziamento.

Viene istituito un servizio di tesoreria unica per le scuole nel quale confluiranno tutte le risorse finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In questo modo Banca d’Italia disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa 1 Miliardo di euro, con conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa di interessi sul debito pubblico quantificabile in circa 8 milioni per il 2012 e 29 milioni a regime. Le scuole a questo punto potranno gestire la propria liquidità come fanno già ora gli enti di ricerca.

Contabilità speciali scolastiche.

Attraverso un’opera di razionalizzazione nella gestione delle risorse finanziarie del ministero, 30 milioni verranno messi a disposizione delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore somma di pari importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.

Personale del Miur presso scuole estere e MAE

Si opera una riduzione del personale scolastico comandato presso il MAE con funzioni di coordinamento e gestione delle scuole italiane all’estero. Di concerto, si opera una ulteriore riduzione anche del personale dei docenti impiegati presso le scuole italiane all’estero. Da entrambe queste misure sono attesi risparmi per 2,6 nell’anno in corso e di 16 Mln a regime.

Tagli alle scuole italiane all’estero, disoccupati i precari delle graduatorie in Italia

Visite fiscali

Viene trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni circa che consentiranno alle scuole di poter usufruire senza oneri finanziari e amministrativi delle visite fiscali.

90 milioni in più per il diritto allo studio.

In questo modo si riporta lo stanziamento al valore storico.

103 milioni per la gratuita dei libri di testo nella scuola secondaria di primo grado ( per le primarie i libri di testo sono assicurati gratuitamente dai Comuni). In questo caso lo stanziamento rimane invariato rispetto a quello degli scorsi anni.

Nel dettaglio:
BILANCIAMENTO NELLA SANITA’
I tagli alla sanità previsti nella spending review preoccupano tutti, in particolare i farmacisti. Le nuove misure mettono a rischio circa 20mila posti di lavoro su un totale di 64mila, quasi un terzo, senza contare tagli e trattenute. Una farmacia su quattro potrebbe chiudere, per esempio nelle Marche si parla di un taglio di 500 esercizi. Federfarma ha confermato lo sciopero di oggi, agitazione annunciata ad inizio luglio contro questa manovra correttiva del Governo: la spending review serve, ma è chiaro che nessuno vuole tagli indiscriminati ed eccessivi. Così si è arrivati alla serrata: diverse le regioni dove lo sciopero sarà attivo. Fra le regioni che certamente aderiranno allo sciopero, troviamo il Lazio, la Campania, la Lombardia e le Marche, così come le associazioni provinciali di Genvoa, Treviso, Empoli e Napoli; i farmacisti scenderanno in piazza con manifestazioni a Brindisi e Bologna. Chi non aderisce allo sciopero è l’associazione delle farmacie comunali. Il Codacons vigilierà sullo sciopero: l’associazione dei consumatori ha minacciato denunce “in caso di violazione dell’accordo nazionale del 26 gennaio 2004 e delle deliberazioni che regolamentano l’esercizio del diritto di sciopero nel settore della distribuzione farmaceutica”. Federfarma ha comunque confermato che sarà garantita la fornitura dei servizi minimi e il rispetto dei turni già predisposti.

TAGLI ALLE PROVINCIE
Ridurre i tagli della spending review alle Province per consentire la riapertura di tutte le scuole a settembre e definire finalmente un Piano straordinario per l’edilizia scolastica, per assicurare a tutti gli studenti italiani scuole moderne e sicure. Queste le richieste che il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, porra’ oggi al Ministro dell’istruzione Francesco Profumo, nell’incontro convocato al ministero subito dopo l’allarme lanciato dall’Associazione delle Province sulla impossibilita’ di riaprire le scuole al nuovo inizio dell’anno.

”Dal 2005 ad oggi, nonostante tutti i proclami, i programmi approvati, le leggi finanziate, lo Stato non ha liquidato alle Province nemmeno 1 euro per la messa in sicurezza delle scuole. Nello stesso periodo le Province hanno, ogni anno, riservato almeno 1,5 miliardi dei loro bilanci per le scuole superiori. Il Governo e il Parlamento, che stanno in queste ore discutendo l’approvazione della spending review, ascoltino il nostro allarme e intervengono a rendere i tagli sostenibili”.

Nell’incontro il Presidente Castiglione consegnera’ al Ministro Profumo un report dettagliato, un vero e proprio dossier sulle province e la scuola, dalle competenze ai numeri delle scuole provinciali, dallo stato dei finanziamenti del fondo Cipe ai fondi della legge sull’edilizia scolastica, agli interventi di eccellenza realizzati dalle Province.

Le Province, si legge nel dossier, gestiscono 5.179 edifici scolastici che ospitano 3.226 Istituti scolastici di scuola secondaria (licei, compresi i licei artistici e gli istituti d’arte, i conservatori di musica, le accademie, gli istituti superiori per le industrie artistiche, nonche’ i convitti e le istituzioni educative statali, gli istituiti tecnici, le scuole di formazione) composti di 117.348 classi, che accolgono 2.596.031 alunni.

Il Dossier ricorda che, a partire dal 1996, a seguito della Legge 23 ”Norme sull’edilizia scolastica”, alle Province sono assegnate le funzioni di: manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, messa in sicurezza degli edifici, messa a norma degli impianti, costruzione di nuove scuole. Inoltre sono a carico delle Province le spese per le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell’acqua e del gas, per il riscaldamento ed per i relativi impianti; spese varie di ufficio e per l’arredamento delle aule: banchi, sedie, aule multimediali, laboratori, etc..

”Il taglio ai consumi intermedi operato dal Governo – spiega Castiglione – interviene proprio su queste voci: ma e’ evidente che se le Province non possono pagare il riscaldamento delle scuole, piuttosto che le utenze elettriche o dell’acqua, o se ci vengono tagliati i fondi per l’acquisto dei banchi, delle lavagne, piuttosto che delle attrezzature dei laboratori, le scuole non possono essere aperte”. Tra il 2005 e il 2009, riporta il Dossier Upi, le Province hanno impegnato oltre 7,3 miliardi di euro di risorse proprie a favore delle scuole: di questi, oltre 4,2 miliardi sono stati destinati alla tenuta in esercizio quotidiana delle scuole (costi per riscaldamento delle aule, energia elettrica, pulizia delle scuole, manutenzione ordinaria, interventi di sanificazione ambientale).

C’e’ poi il capitolo della messa in sicurezza degli edifici. ”Che fine hanno fatto i fondi della delibera Cipe destinati all’edilizia scolastica? – si chiede Castiglione.

”758 milioni di euro stanziati nel 2009, che sono stati divisi in due piani stralcio: ad oggi alle Province non e’ stato liquidato ancora nulla”. Per contro, con i loro fondi, le Province hanno investito oltre 3,1 miliardi per la costruzione di nuove scuole, l’efficientamento energetico degli edifici, gli interventi di messa in sicurezza, l’allestimento di laboratori e sale multimediali, la messa a norma degli impianti. ” Ma con queste risorse ridotte al lumicino non possiamo piu’ continuare a coprire le mancanze dello Stato: dal 2008 ad oggi i tagli ai bilanci hanno ridotto di quasi il 20% la nostra possibilita’ di investire nelle scuole, e non ci e’ stato nemmeno concesso, come chiediamo da anni, di escludere queste spese dal patto di stabilita’ interno”.

TAGLI AGLI ENTI LOCALI
Arrivano 800 milioni di euro alle Regioni che dovranno cederli ai Comuni “ricadenti nel proprio territorio”. Lo prevede un emendamento al decreto sulla spending review presentato dai relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd) alla Commissione Bilancio del Senato. Le risorse pari a 800 milioni che, nell’ambito della spending review, arriveranno ai Comuni tramite le Regioni sono destinate “alle regioni a statuto ordinario, alla regione Siciliana e alla Sardegna”. Lo prevede l’emendamento dei relatori, Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Giaretta, depositato alla Commissione Bilancio del Senato. In particolare la Sicilia è la regione nella quale confluiranno le maggiori risorse per i Comuni: 171,508 mln (la regione è in grave crisi di liquidità); seguono la Lombardia (83,353 milioni) e la stessa Sardegna (82,3 mln).
Scatta il pericolo Irpef per alcune regioni – Le otto regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) potranno anticipare dal 2014 al 2013 la maggiorazione dell’aliquota addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all’1,1%. Lo prevede un emendamento del Pdl alla spending review approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.
Corte dei conti: ai comuni tagli pari al 20% in due anni – ”L’andamento delle spese dello Stato – ha spiegato Giampaolino in audizione alla commissione Bilancio della Camera – si inquadra in una situazione dei conti pubblici che, nel generale declino degli investimenti, vede una distribuzione diseguale di questa tendenza: con le amministrazioni centrali meno colpite dagli effetti di contenimento e, invece, le amministrazioni locali (ormai titolari di oltre il 70%degli investimenti pubblici) molto esposte a vincoli e restrizioni e che, nel conto che ricomprende regioni, province e comuni, mostrano nel biennio 2010-11 una diminuzione vicina al 20%”.
“Trasferimenti ridotti” – Nel 2011, ha precisato il presidente della Corte dei Conti, gli investimenti fissi lordi dello Stato hanno segnato un aumento del 12,3%, ”che ha consentito solo in parte di recuperare la netta flessione del 2010 (-18,6%)”. ”Molto netta risulta”, peraltro, ha aggiunto, la riduzione della complessiva spesa in conto capitale dello Stato che, nel biennio 2010-11, cumula una caduta dei pagamenti vicina al 40%. Al netto della contabilizzazione dei proventi relativi alla vendita dei diritti di una delle frequenze radio elettriche (che la contabilità nazionale non considera tra le entrate ma, allo stesso modo delle dismissioni immobiliari, come minore spesa in conto capitale), la flessione nel biennio si riduce al 26% (-7% nel solo 2011). È inoltre vicina al 45% la diminuzione dei trasferimenti in conto capitale alle imprese, mentre i trasferimenti agli enti pubblici (essenzialmente alle amministrazioni locali) risultano ridotti in due anni di circa il 28%.
“A rischio mobilità i dipendenti delle province” – Nuovo allarme delle Province sugli effetti della spending review: “I tagli previsti per 500 milioni porteranno un rischio dissesto per almeno la metà delle Province e quindi, automaticamente, al rischio mobilità dei dipendenti”, ha detto il presidente dell’Unione province italiane (Upi), Giuseppe Castiglione, in una conferenza stampa a Roma. “Facciamo un nuovo appello al governo: siamo ancora in tempo per alleggerire i tagli alle Province e chiediamo che sia concessa una deroga al Patto di stabilità per quanto riguarda le scuole”, ha concluso Castiglione.
Scala di un anno taglio locazione uffici pubblici – Slitta di due anni, dal 1/o gennaio 2013 al 1/o gennaio 2015, la norma del decreto sulla spending review che prevede una rideterminazione, con un taglio del 15%, del canone di locazione per immobili dei quali sia locataria per uso istituzionale una delle amministrazioni pubbliche. Lo prevede un emendamento dei relatori, presentato alla Commissione Bilancio del Senato, nel quale si precisa che queste riduzioni debbono comunque essere applicate già dal 2013 per i “contratti di locazione scaduti o rinnovati” dopo l’entrata in vigore del dl.

PUBBLICA SICUREZZA E FORZE DELL’ORDINE:
No ai tagli per ufficiali carabinieri e Gdf – Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie e Polizia penitenziaria non subiranno i tagli della spending review sul numero degli ufficiali e sulle promozioni. Lo stabilisce un emendamento al decreto presentato dai relatori in commissione Bilancio al Senato. Da gennaio 2013, secondo la proposta di modifica, “sono rideterminate le dotazioni organiche degli ufficiali di ciascuna forza armata, suddivise per ruolo e grado, ed è ridotto il numero delle promozioni a scelta, esclusi l’Arma dei carabinieri, il Corpo della Guardia di finanza, il Corpo delle capitanerie di porto e il Corpo della polizia penitenziaria”.
Ma, allo stesso tempo, bisogna sottolineare che prevedeva la riduzione ”in misura non inferiore al 10%” del totale degli organici delle forze armate è prevista nella bozza del provvedimento sulla spending review approvata dalla Camera ed ora all’esame del Senato. Attualmente i militari sono 183mila, si tratterebbe quindi di un taglio di poco più di 18mila unità. Il personale in eccedenza, indica la bozza, può essere trasferito ad altre amministrazioni oppure collocato in aspettativa per riduzione quadri (come anticipato in anteprima assoluta da GrNet.it già nel mese di febbraio). La spending review rappresenterebbe così un’accelerazione del processo di revisione dello strumento militare promosso dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Il disegno di legge delega di riforma, all’esame del Senato, prevede una riduzione di 33mila militari in 10 anni.

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